È un po’ che indulgo in questa fantasia, un ragazzo che non conosco
e di cui non posso vedere il viso – ora perché arriva da dietro le mie spalle,
ora perché è lui incappucciato, ora perché io sono bendata – mi coinvolge in un
rapporto sessuale rude ma intensissimo. Eccolo, il familiare brivido che scende
lungo la spina dorsale e mi riscalda i lombi, bagnandomi le mutandine. Sorrido
al nulla, imbarazzata per l’impudicizia della situazione… sono china a pulire
una seduta e immagino lui che da dietro mi si appoggia contro, sfregando la sua
erezione contro i miei slip ormai fradici. Oddio, sono così bagnata che potrebbe
sollevarmi la gonna, spostarli da una parte ed infilarmelo dentro con un solo
movimento, riempiendomi di sé fino a farmi gridare.
- Lara? Quando hai finito con i tavoli, torna in cucina a
lavare i piatti! – la mia collega Romina mi richiama all’ordine, strappandomi
alle mie fantasticherie.
Dannazione, sono passata da un estremo all’altro. Termino
brevemente la pulizia della sala e mi dirigo verso la cucina per riordinare
anche quella prima dell’apertura al pubblico. Prima, però, una puntatina in
bagno. Devo farlo adesso, altrimenti rischio di rompere qualcosa per la
tensione accumulata. Rapida, apro la cerniera e tiro giù le mutandine, insieme
alla gonna nera della divisa.
Con il pollice, comincio ad accarezzare la clitoride
premendo piano con la base della falange e con il medio allargo le piccole
labbra, facendo scivolare tutto il dito all’interno. Tengo un ritmo delicato
all’inizio, poi non resisto più e comincio a massaggiare più intensamente.
Penso a lui, al mio sconosciuto senza volto, lo immagino mentre mi afferra i
capezzoli con forza. Con la mano sinistra mi insinuo sotto il reggiseno per
trovarne uno, che stringo tra il pollice e l’indice fin quasi a farmi male. La
scossa che mi attraversa mi serra la mandibola, facendo affondare i denti nel
labbro inferiore, e scende fin là dove la mia mano destra sta mantenendo il suo
ritmo serrato, con non più uno solo ma con addirittura due dita infilate dentro,
tra le mie gambe oscenamente spalancate.
E lui è dietro di me, le sue mani forti, il suo respiro
lievemente affannoso per l'eccitazione, pronto a vedermi crollare tra le sue
braccia in preda al più intenso degli orgasmi.
Sento finalmente le pareti della vagina contrarsi
stringendomi le dita, sento il piacere che raggiunge il culmine e trattengo i
gemiti sordi che mi salgono alla gola, esplodo nell'estasi e la lascio scorrere
dentro di me con le sue ondate.
Indugio ancora qualche istante, giusto il tempo di godermi il ritmo delle ultime contrazioni, prima di togliere la mano e cominciare a rivestirmi.
Indugio ancora qualche istante, giusto il tempo di godermi il ritmo delle ultime contrazioni, prima di togliere la mano e cominciare a rivestirmi.
Di nuovo in divisa, mi dirigo verso il lavandino per lavarmi
le mani ed esco dal bagno per tornare al mio lavoro, soddisfatta e finalmente
rilassata.