martedì 13 maggio 2014

Ventidue (4)

Torno a fissarlo negli occhi per un interminabile momento, i modi da bambolina spariti. Non ti tradire, mi dico, magari sta scherzando, magari si riferisce a tutt'altra cosa.
Magari non sei stata veramente vista dal tuo capo mentre ti masturbavi nel bagno del tuo posto di lavoro, prima dell'arrivo dei clienti.

- Ti sono stato a guardare finché non sei venuta, la porta di quel bagno ogni tanto non chiude bene.. -

Ok, il tuo capo ti ha veramente vista mentre ti masturbavi nel bagno.

Cerco di fare mente locale su che scena possa essersi trovato davanti agli occhi, sbirciando dalla porta semichiusa, e sento la vergogna arrivare come una doccia bollente e gelata al tempo stesso.
Arrossisco, pensando alla gonna abbassata fino alle caviglie, in un mucchietto scomposto assieme alle mutandine, alla mia mano sotto la camicetta arancione della divisa, che torturava nervosamente un capezzolo.

Avvampo, al pensiero del piede che avevo appoggiato alla ceramica della tazza per poter tenere le cosce spalancate al massimo, al movimento frenetico delle dita sul mio sesso nudo, ai glutei contratti per la tensione.

Mi aveva sentita ansimare, gemere?

Sento la mandibola cedere e rimango lì immobile, a guardarlo a bocca aperta, rossa come un peperone.
Jack si riscuote dal turbamento che l'aveva preso pochi istanti prima, recupera il suo sorriso sghembo e si scosta di lato per passare, lasciandomi ancora impietrita a fissare lo scaffale al quale lui era appoggiato un momento prima.
Una volta che lui è dietro la mia schiena, sento la sua mano accarezzarmi i capelli e lo percepisco mentre si china portando la bocca al mio orecchio, per sussurrarmi:

- Se ti becco di nuovo a toccarti, spalanco la porta e vengo a leccarti quella bella figa che ti ritrovi, ci siamo
intesi... Piccolina? -

Senza aspettare la mia risposta, si raddrizza ed esce a grandi passi dalla cucina.

Io sono letteralmente scioccata e, mentre con gesti automatici faccio partire il programma della lavastoviglie e prendo altri piatti puliti da portare in sala, continuo a ripensare a quel che è successo con Giacomo. Avvampo e raggelo alternativamente, oscillando tra la vergogna di essermi fatta  scoprire e l'eccitazione di aver suscitato una reazione così inaspettata nel mio principale. Se lui ci provasse, mi dispiacerebbe? No, affatto. Mi perdo per qualche minuto nella fantasia di lui che mette in pratica la sua sensuale minaccia...
C'è un particolare, però, che mi viene in mente soltanto ora: io sto assieme ad un altro.

Povero Edo, dovrei essere persa nel pensiero di lui e della nostra prima volta insieme, dovrei crogiolarmi nell'emozione e nell'imbarazzo di passare la notte con il mio ragazzo. E invece eccomi qui ad immaginare la scena del mio capo che fa irruzione nel bagno in cui mi sto toccando e termina con la lingua quello che io ho iniziato con le dita. Proprio una fidanzata modello.


Rientro in sala, prendo le altre stoviglie sporche  da portare in cucina. Siamo quasi a fine turno, la clientela è notevolmente diminuita, quindi Romina è più che sufficiente per gestire le ordinazioni. Jack è al banco, versa gli alcolici e chiacchiera di calcio con uno dei clienti fissi.

Quando i nostri sguardi si incrociano, lui rimane impassibile ed io cerco di fare lo stesso. Facciamo finta che non sia accaduto niente e non ci parliamo per il resto della serata.
Finalmente, anche gli ultimi clienti se ne vanno. Romina si unisce a me nel rigovernare il locale cucina mentre Giacomo si occupa della sala.

4 commenti:

  1. come deve essere vissuto quel bagno

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  2. Grazie mille AngelEVil, i complimenti mi scaldano il cuore :) ...e anche qualcos'altro. Grazie anche per l'email, più tardi ti rispondo!

    mi101, sai che non ho capito se la tua è una domanda o un'esclamazione? XD In entrambi i casi, sì, quel bagno è stato parecchio vissuto :)

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  3. Per tutti: la quinta parte arriva più tardi! :)

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